Definizioni:
1) L’amicizia migliora la felicità e abbatte l’infelicità col raddoppio della nostra gioia e col dividere il nostro dolore (Cicerone).
2) Non camminare dietro a me, potrei non vederti. Non camminarmi davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii amico (Camus).
Amicizia: legame d’affetto e di consuetudine tra persone unite da scambievole simpatia e da affinità di sentimenti, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri.
Non è male ricordare di tanto in tanto che cos’è l’amicizia e come da questo concetto sia nato il Rotary. E’ un ricordo utile ai “vecchi” soci e ai giovani. Ai primi perché vale sempre l’adagio: memoria minuitur nisi exerceas, ai secondi perché, presi dalla frenesia del fare, secondo le esigenze della società consumistica, potrebbero non soffermarsi sufficientemente su questo termine.
L’amicizia fu il sentimento che convinse Paul Harris a creare un’organizzazione che inizialmente doveva servire a coltivare lo spirito d’amicizia ed ampliare al tempo stesso il cerchio degli affari tramite maggiori contatti in campo professionale. L’idea era nata perché Paul Harris aveva notato che in quella Chicago d’inizio secolo, che cresceva in modo caotico, tutti correvano per occuparsi di qualcosa, di cercare qualcosa, ma in maniera “isolata”, senza rapporti tra persona e persona che non quelli per concludere un affare. Paul Harris decise così di contattare tre suoi conoscenti,esporre loro l’idea che gli frullava in testa e capire se la condividessero. Si misero d’accordo di riunirsi la sera del 23 febbraio 1905 nell’ufficio di uno di essi, Gustavus E.Loher, un ingegnere minerario, gli altri due erano un commerciante di carbone, Silvester Schiele, e, un sarto mercante, Hiram Shorey. Tutti e tre accettarono le idee di Paul Harris e decisero di riunirsi regolarmente per coltivare lo “spirito di amicizia”.
Dopo qualche tempo decisero di riunirsi a rotazione presso i rispettivi uffici di ciascuno di essi, e per questo motivo scelsero il nome di Rotary; si unì poi un quinto membro, Harry Ruggles, e chiamarono il gruppo dei cinque soci: Rotary Club di Chicago.
Ben presto si accorsero che riunirsi solo come “amici”per curare i loro interessi personali, non li soddisfaceva e allora ampliarono la loro sfera di interessi perché sentivano il bisogno di una forte motivazione che trovarono nella decisione di aiutare i meno fortunati a migliorare la loro condizione di vita, nacque così il motto “servire al di sopra di ogni interesse personale”.
Ho voluto riferire questo inizio della costituzione del Rotary per evidenziare l’importanza dell’amicizia quale motore che può cambiare le sorti del mondo.
L’amicizia presuppone un’identità di vedute, un interesse comune, uno scambio continuo di informazioni, di confidenze, di progetti. La solitudine, al contrario, inaridisce l’animo, riduce la spazialità del pensiero, della progettazione, crea una chiusura verso il mondo, verso l’altro, che viene visto come concorrente nella giungla degli interessi, addirittura come un nemico che ci ruba lo spazio vitale ed allora lo allontaniamo dal nostro cerchio, che si stringe ancora di più col passare del tempo e annulla ogni rapporto col prossimo, con la società: solitudine=isolamento, esiste solo l’io, ma destinato all’annullamento di ogni legame col mondo e finalizzato solo alla sopravvivenza fisica; è un ritorno all’istinto primordiale.


L’amicizia allarga lo spazio vitale, ci conduce alla ricerca del confidente, del fratello, della persona a cui chiedere consiglio, a cui affidare i nostri sogni, i nostri perché, l’amico è colui che ci cammina accanto anche quando materialmente non c’è, ma di cui sentiamo la presenza perché siamo sicuri che ci ascolta, ci sostiene, ci conforta, ci attenua i dolori della vita perché vengono divisi e condivisi, l’amico è colui che non ci fa sentire soli nel buio della mente, quando tutto sembra crollarci addosso.
La stessa religione cristiana è basata sul concetto dell’amicizia: Cristo è il compagno che ci cammina accanto, che non ci abbandona e che ci dà conforto: basta pregarlo, il salmista dice che Dio è la nostra forza e che non ci abbandona mai, perché l’amicizia è amore, è dono, è compartecipazione.
E’ stato sempre così, già nella mitologia greca l’amicizia era il cardine dei rapporti e che per rimanere fedele ad essa si poteva sacrificare anche la vita; chi non ricorda la leggenda di Eurialo e Niso “……appresentossi in prima Eurialo con Niso/un giovinetto di singolar bellezza Eurialo era/ e Niso un di lui fido e casto amico”. I due giovinetti compaiono in due episodi dell’Eneide di Virgilio: i giovani guerrieri profughi di Troia, hanno un particolare legame che dall’autore è definito “amore”, ma che nel contesto dell’opera va inteso come manifestazione di amicizia fraterna che sfiora l’affetto omoerotico, Si aiutano a vicenda fino alla tragicità della morte che li vide uniti cadendo in battaglia.
Altro grande esempio di amicizia è quello di Achille e Patroclo, questi era il migliore amico di Achille e ne indossò le armi quando questi, offeso da Agamennone che gli aveva sottratto la sua schiava Ippodamia, rifiutò di continuare a combattere contro i troiani. Patroclo fece strage di nemici, ma venne indebolito dal Dio Apollo e fu prima ferito da Euforbo e poi ucciso da Ettore. Sconvolto dal dolore per la morte dell’amico, Achille riprese la guerra con furore selvaggio e si placò solo dopo aver ucciso Ettore e averlo trascinato col suo carro attorno alle mura di Troia; quando anche Achille fu ucciso da Paride le ceneri del suo corpo furono messe accanto a quelle di Achille. Ma tanti altri cantori e poeti hanno celebrato l’amicizia proprio perché è la virtù che più di ogni altra caratterizza l’amore disinteressato, basato solo su un rapporto di reciprocità di intenti, ed è su questo concetto che si basa il Rotary e da cui derivano tutte le altre vie d’Azione.
Non dimentichiamo mai questo principio, perché praticarlo significa risolvere ogni problema di convivenza in una associazione di persone dove, inevitabilmente, possono prevalere non dico gli interessi (saremmo fuori dal Rotary), ma le personalità di ognuno.
Pasquale SImonelli