Già tempo addietro, e in più occasioni, ho avuto modo di portare all’attenzione dei nostri “pochi” lettori, che il Rotary non deve occuparsi di politica attiva, cioè di politica istituzionale, ma è, invece, dovere dei rotariani far sentire la propria opinione su quello che accade nel mondo (ormai globalizzato anche nelle idee) e nella nostra Italia.
Gli episodi di sbarchi di profughi, che da decenni lasciano l’Africa ed i Paesi del Medio Oriente per riversarsi in Europa, stanno ponendo nuovi interrogativi, politico-giuridici, alle nostre coscienze di uomini “educati” alla civile convivenza democratica secondo i principi di libertà, di uguaglianza e fratellanza e di cristiani che seguono gli stessi principi, con, in più, uno spirito di carità e di misericordia così come enunciati nelle sette opere di misericordia . Stiamo assistendo invece ad un drammatico duello tra nazionalisti – sovranisti, che nascondono il razzismo dietro il paravento di leggi protettive della integrità ed inviolabilità di uno Stato, e, Organizzazioni umanitarie che violano queste leggi per salvare vite umane che sono al di sopra di ogni legge. E’ l’eterno dilemma, tramandatoci già dalle tragedie greche e che ha toccato il suo punto più alto durante il nazismo, se è lecito e giustificato uccidere quando c’è un ordine superiore, anche se quest’ordine turba la nostra coscienza per l’assurdità e l’inutilità dell’atto da compiere, o è più giusto disobbedire, anche mettendo a repentaglio la propria vita. Non voglio entrare nel dibattito che è storico e irrisolto, ma ogni volta che nel corso della storia si sono presentati questi interrogativi, le coscienze di tutti gli uomini, rispettosi dei principi che prima abbiamo enunciato e che sono l’etichetta di appartenenza al genere umano, cosiddetto “civile”, si sono ribellate e hanno condannato questi atti contro l’umanità. Purtroppo spesso troppo tardi, quando gli atti erano già compiuti.
Il punto è proprio questo: bisogna evitare che l’umanità precipiti nel baratro dell’abbrutimento delle coscienze e prevalga la legge dell’HOMO HOMINI LUPUS enunciata per primo da Plauto nell’Asinaria e ripresa in età moderna da Hobbes.
Che cosa può fare il Rotary? credo che possa fare molto: mobilitando la forza di 1.200.000 soci, che rappresentano in maniera elitaria le varie categorie sociali che contano (in questo senso è utile la elitarietà!) nella società organizzata, si può far partire un grande progetto umanitario, così come quello per la polio plus, per intenderci. Spingere i membri delle Nazioni Unite a progettare una gigantesca campagna per portare la Pace in Africa e nel Medio Oriente, proponendo progetti realizzabili con fondi umanitari degli Stati membri dell’ONU per creare condizioni di lavoro nei luoghi di partenza dell’emigrazione. Invece di elargire elemosina nei giganteschi campi profughi, dove esiste solo l’attesa della morte, il Rotary, con il prestigio della sua leadership, deve iniziare e stimolare una colossale opera di surroga ai governi locali e proporre, con l’aiuto di esperti, sociologi, industriali, agronomi, ingegneri idraulici etc.etc., piani di economia. Questi aiuti, finalizzati ad un preciso progetto, creano lavoro, stanziaretà, attaccamento alla propria patria, villaggio, e, dopo qualche decennio, anche ricchezza, non solo per i beneficiari, ma anche per i finanziatori che possono interrompere gli aiuti e devolvere i fondi per altri progetti anche all’interno del proprio Paese. Detto così sembra tutto facile, capisco che non lo è, perché si cozza contro i “Signori della guerra”, contro gli industriali delle armi e di tutto un sistema economico legato a questa forma di aiuto parassitario che cronicizza i problemi, favorisce gli avventurieri che commerciano la morte e sfrutta la povertà per arricchirsi (che paradosso!).
Sono proposte utopiche perché la cattiveria umana non si lascia facilmente piegare alla risoluzione di problemi che, nei brevi periodi, non portano vantaggi immediati e profitti per i capi, ma nel lungo termine, come “visione futura”, il progetto non è tanto utopistico, basterebbe solo cominciarlo, creare entusiasmo e diffonderlo.
Il Rotary può e deve muoversi, non più parole, ma progettualità. solo se si rinnova e scatena entusiasmo di un utopico sogno, il Rotary sopravviverà, altrimenti è destinato ad estinguersi o a sopravvivere nelle conviviali dei nostalgici.
Pasquale Simonelli
