Maurine Maurenga, nata a Nairobi in Kenya, nel 2000 all’età di 25 anni, incinta del 1°figlio, si ritrovò sieropositiva all’AIDS. L’aveva contagiata il padre del bambino che portava in grembo e che subito l’abbandonò lasciandola in preda alla rabbia, alla solitudine e alla paura di non poter sopravvivere ad una malattia che nel suo paese non era curabile per mancanza di farmaci e che tra l’altro esponeva allo stigma. Maurine, infatti, veniva evitata, era considerata pericolosa per gli altri, anche perché si ignorava come avveniva la trasmissione del virus e per questo fu subito licenziata dalla scuola in cui lavorava. La situazione, già drammatica, peggiorò quando scoprì che anche suo figlio era sieropositivo e quando i sanitari dell’ospedale dissero che non potevano praticare loro terapie che erano disponibili solo in strutture private e costose. Ormai non le restava altro che aspettare la fine, l’unica incertezza era chi sarebbe morto per prima se lei o il figlio. Per fortuna nel 2004 diventò operativo anche in Kenya il Global Found che si occupa di reperire finanziamenti da utilizzare per la lotta contro l’AIDS, la malaria e la TBC. Così Maurine e il figlio iniziarono la cura per l’HIV, che, loro lo sapevano , sarebbe durata purtroppo per tutta la vita. Ma duro a morire era lo stigma, la paura, i pregiudizi verso i sieropositivi che Maurine viveva giornalmente sulla propria pelle ( era considerata malata perché donna di facili costumi) e su quella del figlio, che a scuola era costretto a mangiare separatamente e non veniva invitato alle feste scolastiche. Maurine però non ci stava, si ribellò a tutto ciò e decise di lottare affinchè tutti fossero informati correttamente sull’HIV e che la cura fosse estesa a tutti i malati. Nel 2008 questa donna coraggiosa fondò la “Lean for me foundation” che da allora aiuta e cura le donne sieropositive e affette da tubercolosi in Kenya. Inoltre come coordinatrice del Global Found a favore delle donne con l’HIV ha parlato ai membri del Congresso a Washington e del Parlamento a Londra. Ma la guerra non è finita. Infatti Maurine continua a lottare e a girare il mondo come ambasciatrice delle donne come lei. La sua è una storia di determinazione, di coraggio, di speranza.
Mena Merola Vitale
