Qualche mese fa ho terminato di rileggere il grande romanzo di Leone Tolstoi “Guerra e Pace”, grande affresco di un periodo storico e precisamente della campagna di Russia di Napoleone nel 1812. Nel romanzo, definito a buona ragione uno dei più grandi libri donati all’umanità, tipo la Bibbia o La Divina Commedia, c’è di tutto: storia, cronaca, attualità della Russia dell’800, psicologia, ambientazione, problemi sociali che preparavano la grande Rivoluzione del 1917, con un grande affresco della nobiltà russa e dei militari nel periodo napoleonico etc.etc., ma su tutto e tutti incombe una sorta di Fato, ovvero una necessità immanente dove i protagonisti non hanno libertà di scelta, tragedia e felicità vengono decisi da altri (?) contro la nostra volontà, ma questi “altri”non sono individuabili: è il Fato delle tragedie greche.
Perché ho riportato questo libro alla mia attenzione ed a quella dei lettori (ipotetici!)?, perché quello che sta succedendo in Russia mi ricorda drammaticamente, ma in senso inverso, la campagna di Russia di Napoleone; Tolstoi spesso si chiede, nel romanzo, perché i francesi decisero di attaccare la Russia, che non offriva ricchezze allettanti e/o di facile accaparramento, era lontana dall’Europa, erano stati, in un primo momento, alleati nella guerra contro la Prussia, c’era una sincera simpatia per lo zar Alessandro e, in più, la Russia, nella sua società borghese e militare ammirava a tal punto la Francia che si parlava francese nei salotti, nelle feste, negli incontri culturali e addirittura in famiglia!.
Ecco allora che ritorna l’immanenza del destino: gli eventi sfuggono alla logica del buon senso, e, come una maledizione, dirigono le nostre azioni; perché Putin ha aggredito l’Ucraina? Perché sta facendo morire migliaia di giovani da entrambe le parti?, sta distruggendo intere città e creando gravissimi problemi economici in tutto il mondo?. Le spiegazioni che dà sono insensate e non giustificano una guerra così devastante.
Oggi le guerre non hanno più senso, perché in un mondo globalizzato, dove ogni nazione è strettamente dipendente da un’altra, diventa anacronistico e insensato aggredire una nazione, inevitabilmente gli effetti si ripercuotono su buona parte del mondo e nasce una reazione “globale”.
Le guerre tribali o del dominio di un popolo su un altro sta scomparendo anche dall’Africa, dove esiste ancora qualche focolaio, ma che non compromette la stabilità del Continente. Può Putin pretendere di aggredire, occupare e dichiarare annessa una parte cospicua di una Nazione adducendo scuse di “possessi” storici? Se così fosse ogni Nazione potrebbe pretendere altrettanto, basti pensare al colonialismo africano o addirittura all’impero inglese!
Allora ritorna l’ipotesi iniziale di queste brevi considerazioni: il Fato, che sfugge ad ogni logica, guida le assurde rivendicazioni di Putin, Come si combatte il Fato? con la morte del (o dei) protagonista, che “soddisfa” il destino e pone termine alla tragedia. Auguriamoci che ciò avvenga presto perché lo spettro di una guerra nucleare è sempre presente e pur sfuggendo ad una logica razionale, potrebbe non entrare nella mente di Putin avvolta nella nebbia del Fato che si dilata solo a sacrificio compiuto: ma da quale parte?
Speriamo che la mia ipotesi sia solo frutto di letteratura! Intanto come Rotaryani non demordiamo dall’impegno di batterci per la PACE, usque ad mortem! (stiamo parlando di guerra!).
Pasquale Simonelli
