Non c’è stato documento pontificio che abbia suscitato tanto interesse negli ultimi anni quanto l’ultima enciclica di papa Francesco sulla fraternità: “Fratelli tutti”.
Sarà perché immersi ormai da più di due anni nella grande tragedia del Covid-19, che se da un lato ci ha rovinato la vita, dall’altro ci ha costretti a ripensare ai valori, ai principi basilari che regolano la nostra esistenza, personale e comunitaria.
“Preghiamo per tutto il mondo perché ci sia una grande fratellanza: così il 13 marzo 2013 iniziava il pontificato di Francesco.
Nell’ottobre 2020 questo desiderio ha preso la forma di una Lettera enciclica dal titolo “Fratelli tutti”, che con “Laudato si” del 2015 ci offre una visione alternativa del mondo.
“Fratelli tutti”, un’enciclica politica perché registra una vera e propria rottura, una scissione tra il singolo e la comunità umana: il papa la descrive, lamentando il fatto che il mondo non ha imparato nulla dalle tragedie del Novecento.
Più che mai attuale, dunque, soprattutto alla luce di una nuova e più grave tragedia, dopo la pandemia. Ci riferiamo ovviamente alla guerra russo-ucraina, scoppiata il 24 febbraio, e ancora in corso, con atti disumani sempre più atroci e violenti ad opera dell’esercito russo.
L’assurda ingiustificata aggressione della Russia all’Ucraina sta seminando morte anche tra i civili, particolarmente donne e bambini, e la distruzione di intere città.
Nel XXI secolo il potere degli Stati nazionali appariva indebolito, soprattutto perché la dimensione economico-finanziaria tendeva a prevalere sulla politica, ma ciò è stato fermamente smentito dai fatti.
Il conflitto armato russo-ucraino rivela cause remote, arrivate da lontano, dal 1991, ossia dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, o forse dal 1989, o ancora da più lontano.
Ci sono le frontiere e i nazionalismi che la caduta del muro di Berlino e la globalizzazione di inizio millennio sembravano aver cancellato per sempre.
Il trionfo della democrazia sotto forma di economia di mercato, che sembrava perenne, permanente, è risultato solo un’illusione, smentita nella polvere delle Twin Jowers di New York dal terrorismo islamico, con la sua ideologia totalitaria.
Con l’enciclica “Fratelli tutti” papa Francesco pone il sentimento di fratellanza non solo alla base della nostra esistenza personale e comunitaria, ma anche a livello globale, universale. Il papa, dunque, chiede un cambio di prospettiva radicale non solo a livello interpersonale o statale, ma anche nelle relazioni politiche internazionali.
La fratellanza, quindi, va intesa anche come “solidarietà”, e oggi è l’Ucraina a meritare la solidarietà di tutti i Paesi democratici, perché aggredita vilmente dalla Russia del “nuovo zar”, sordo ad ogni iniziativa di pace invocata dall’Occidente, tanto odiato, e insistentemente da papa Francesco.
Aiutare l’Ucraina a resistere ad una guerra d’aggressione è un dovere di tutti i Paesi occidentali, di civiltà europea ed americana. Ed è altamente meritorio, perché aiutare l’Ucraina significa lavorare per la pace.
Gino Tino
